IVI rinnova la sua vicinanza alle donne colpite dal cancro


Ottobre è stato il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, il cancro più frequente nella popolazione femminile e che rappresenta il 29% di tutte le neoplasie che colpiscono le donne italiane.

Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero della Salute1 ancora oggi questo tipo di tumore rappresenta la prima causa di mortalità per cancro nelle donne, con un tasso pari al 17% di tutti i decessi oncologici del sesso femminile.

Tra i fattori di rischio più frequenti troviamo l’età, la familiarità e la predisposizione genetica. Più del 75% dei casi di tumore del seno colpisce, infatti, le donne sopra i 50 anni, mentre circa il 5-7% delle donne con tumore al seno annovera più di un familiare stretto malato, soprattutto nei casi delle più giovani; infine, esistono alcuni geni che predispongono a questo tipo di tumore, il BRCA1 e il BRCA2, che sono responsabili del 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno e dell’ovaio

L’Istituto Valenciano di infertilità (IVI), è da sempre vicino alle pazienti oncologiche, dando loro la possibilità di preservare gratuitamente la propria fertilità inevitabilmente colpita dalle terapie necessarie per la cura, attraverso la crioconservazione degli ovociti.

Lavoriamo alacremente per dare una speranza di genitorialità a queste donne colpite da tumore. Le tecniche per preservare la fertilità offrono, oggi, risultati incoraggianti con tassi di successo delle tecniche di PMA che impiegano ovociti scongelati sovrapponibili a quelli con ovociti freschi. La prospettiva di una gravidanza dopo la guarigione è molto importante per queste donne e può rappresentare una forte motivazione per affrontare e sconfiggere la malattia” – spiega Daniela Galliano, Responsabile del Centro IVI di Roma .

Già quest’anno abbiamo dato il nostro sostegno alla campagna della Komen, partecipando attivamente alla Race for the Cure dello scorso maggio e confidiamo di ripetere questa bellissima esperienza anche il prossimo anno per sostenere i progetti per la lotta ai tumori al seno” – conclude Daniela Galliano.

 

Secondo le linee guida del Ministero della Salute, la mammografia è il metodo più efficace per la diagnosi precoce del tumore al seno. Le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni dovrebbero effettuarla ogni due anni, anche se la cadenza può variare a seconda della storia personale e delle raccomandazioni mediche che oggi tendono a far fare i controlli già dopo i 40 anni.

In alcune Regioni si sta sperimentando da tempo lo screening tra i 45 e i 74 anni, con una periodicità annuale nelle donne sotto ai 50 anni.

Infine molto importante per la diagnosi precoce è l’autoesplorazione che tutte le donne possono e devono fare impiegando pochi minuti una volta al mese, perché il cancro al seno è curabile se si scopre in tempo.

1Ministero della Salute/Salute della Donna/Tumori e screening