Gli SGLT2-inibitori (gliflozine) potrebbero ridurre il rischio di gotta nei soggetti adulti con diabete di tipo 2, come emerge da uno studio condotto su più di 20.000 soggetti. La glicosuria indotta dagli SGLT2-inibitori determina la secrezione di acido urico nelle urine ed una riduzione dei livelli sierici di acidi urici, ma la correlazione con la gotta in precedenza non era mai stata dimostrata.

Se replicati, i risultati del presente studio suggeriranno che questi farmaci potrebbero costituire una classe efficace per la prevenzione della gotta nei paziente con diabete o disordini metabolici, come affermato dall’autore Michael Fallick del Brigham and Women’s Hospital di Boston.

Sono necessari nuovi trattamenti per la gotta, dato che il recente studio randomizzato CARES ha dimostrato un’associazione fra il febuxostat ed un incremento del rischio di mortalità cardiovascolare e complessiva rispetto all’allopurinolo.

Dato che i soggetti con anamnesi di gotta sono stati esclusi nel presente studio, i susseguenti studi osservazionali nei pazienti con gotta prevalente e con un maggior rischio di gotta di base saranno particolarmente importanti allo scopo di determinare se l’entità del potenziale beneficio identificato rappresenti una sottostima.

Ovviamente i pazienti con iperuricemia e maggiori livelli iniziali di acido urico hanno un maggior potenziale di riduzione dei livelli di acido urico. Se comprovate, queste correlazioni saranno rilevanti per gli adulti con diabete che presentano anche iperuricemia, e potrebbero un giorno divenire rilevanti anche per i soggetti con iperuricemia non diabetici.

In ogni caso, il potenziale ruolo anti-uricemico degli SGLT2-inibitori andrebbe considerato alla luce dei potenziali rischi che essi comportano, fra cui figurano infezioni genitali e rari casi di chetoacidosi diabetica, un’associazione con le amputazioni degli arti inferiori ed i costi elevati.

Assessing the Risk for Gout With Sodium–Glucose Cotransporter-2 Inhibitors in Patients With Type 2 Diabetes: A Population-Based Cohort Study – Michael Fralick; Sarah K. Chen; Elisabetta Patorno; Seoyoung C. Kim – Ann Intern Med online 2020, pubblicato il 13/1 DOI: 10.7326/M19-2610