Nuove linee guida europee per la gestione dell’obesità in età adulta nelle cure primarie


 

La Società Europea per lo Studio dell’Obesità (EASO), ha pubblicato le linee guida per la gestione pratica e centrata sul paziente dell’obesità dell’adulto nelle Cure Primarie. La precedente versione delle linee guida dedicate all’obesità risale al 2015.

Il medico di famiglia rappresenta il primo contatto con il paziente obeso, lo segue nel tempo occupandosi anche delle sue comorbilità e per questo è importante che possegga le competenze per gestire questo importante problema di salute.

Il documento europeo sottolinea l’importanza di un approccio centrato sul paziente caratterizzato da una buona comunicazione, da interventi motivazionali e dalla educazione terapeutica. In particolare si raccomanda di evitare la stigmatizzazione, che molto frequentemente emerge negli ambienti sanitari, e di gestire gli aspetti psicologici della malattia puntando a migliorare l’autostima, l’immagine del corpo e la qualità della vita.

Il documento afferma, inoltre, che tentare di raggiungere il massimo calo ponderale nel più breve tempo possibile non è una buona strategia di trattamento. Perdere dal 5% al 10% del peso è sufficiente per ottenere significativi benefici per la salute e diminuire le comorbilità. Ridurre la circonferenza vita dovrebbe essere considerato ancora più importante del il calo ponderale in sé perché la riduzione del grasso viscerale è associata ad una riduzione del rischio cardio-metabolico.

Un altro momento fondamentale nella gestione del paziente obeso consiste nella identificazione e nel trattamento delle numerose comorbilità che possono essere associate.

Oltre agli interventi sugli stili di vita e alla terapia comportamentale, il documento fa anche cenno alla terapia farmacologica e alla chirurgia bariatrica.

I farmaci dovrebbero essere utilizzati sempre come complemento agli interventi sugli stili di vita nei pazienti con indice di massa corporea superiore a 30 kg/m2 o a 27 kg/m2 in presenza di comorbilità. Dopo 3 mesi di trattamento si dovrebbe ottenere un calo ponderale almeno del 5% nei pazienti non diabetici o del 3% nei diabetici; al di sotto di questi risultati la terapia farmacologica dovrebbe essere interrotta.

Attualmente solo 3 farmaci sono approvati per la terapia dell’obesità in Europa: liraglutide, orlistat e l’associazione bupropione/naltrexone, con alcune differenze nei vari paesi europei.

La chirurgia bariatrica è considerata il trattamento più efficace per i soggetti affetti da obesità di grado severo, nel medio e nel lungo termine, ma può essere appropriata solo per alcuni pazienti. Deve essere presa in considerazione quando le altre terapie si sono rivelate inefficaci dopo un congruo periodo di tempo e l’indice di massa corporea è superiore a 40 kg/m2 o a 35 kg/m2 se sono presenti comorbilità o a 30 Kg/m2 nei diabetici.

Infine il documento europeo sottolinea il ruolo del medico di medicina generale nella prevenzione dell’obesità, non solo nella prevenzione primaria ma anche nella cosiddetta “prevenzione quaternaria” il cui obiettivo principale consiste nell’identificare i pazienti a rischio di iper-medicalizzazione evitando trattamenti inappropriati, non supportati dall’evidenza scientifica, del tutto inefficaci o potenzialmente dannosi.

European Practical and Patient-Centred Guidelines for Adult Obesity Management in Primary Care Obes Facts 2019;12:40–66

FONTE| COAGULUM REPORT